È trascorso più di un anno dall’inizio della sequenza di scosse che per mesi hanno colpito Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria nel cuore dell’Italia Centrale. 24 agosto, 26 e 30 ottobre, 18 gennaio: nell’arco di soli 5 mesi il territorio del Centro Italia e la popolazione che vi risiede hanno sofferto i lutti e le rovine del più grave e complesso evento sismico che abbia colpito il nostro Paese negli ultimi decenni.
Il Sisma ha interessato un territorio di quasi 8000 kmq, di cui 2000 kmq, inseriti in aree protette o parchi naturali; i Comuni investiti sono stati 140 (più del 50% localizzati ad un altitudine superiore ai 900 metri), dei quali 130 hanno meno di 10.000 abitanti e 56 hanno meno di 1000 abitanti. Dopo la prima fase di emergenza, è subentrata la necessità di affrontare un programma di ricostruzione, un percorso complicato che richiede risposte rapide ma al contempo approfondite ai diversi problemi emersi con il verificarsi di questa calamità. Perchè molti edifici di recente costruzione e considerati “in regola” sono crollati mentre strutture più datate, come i prefabbricati realizzati dalla nostra azienda negli anni ’80 sono rimasti intatti? Il percorso di ricostruzione quindi deve essere affrontato risolvendo innanzitutto il problema all’origine attraverso la definizione di un contesto di regole e comportamenti condivisi ma anche di controlli più capillari, che siano in grado di garantire standard di qualità e sicurezza sia in termini di progettazione che di costruzione delle strutture.
Emblematico è il caso dell’edificio sede dell’Istituto di Istruzione Roberto Battaglia di Norcia, a seguito degli eventi sismici del 24 Agosto 2016 (magnitudo Mw 5,6 con epicentro 1 KM W Accumoli (RI)) e 30 Ottobre 2016 (magnitudo Mw 6,5 con epicentro 5 KM NE Norcia (Pg)). Trattasi di più corpi affiancati e giuntati a formare una U in pianta. Tre corpi aventi struttura a pannelli prefabbricati portanti con sistema Generale Prefabbricati “2S” a due piani oltre ad una parte con seminterrato: realizzazione risalente al 1981. Ampliamento del 1994 a due piani oltre a seminterrato con struttura intelaiata in cemento armato gettato in opera. Possiamo dire stesso sito, masse in gioco comparabili, strutture chiaramente differenti: entrambe progettate in base a principi propri delle costruzioni in zone sismiche con le norme applicabili all’epoca della costruzione.
Emerge chiaramente come il sistema costruttivo abbia determinato una risposta più o meno soddisfacente alle azioni ambientali. L’edificio a pannelli portanti ha risposto in maniera soddisfacente con energia dissipata per attrito nei giunti tra corpi e nei giunti di collegamento dei pannelli. Il sistema ha mostrato l’efficienza dei collegamenti meccanici tra pannello inferiore/superiore e pannello/solaio alveolare. I solai in lastre alveolari hanno avuto lievi fessurazioni, in corrispondenza del primo alveolo e parallelamente allo stesso, in adiacenza ad una parete di spina, zona in cui vi è maggior richiesta di congruenza deformativa. Per ripristinare l’operatività del fabbricato risulta un costo necessario a poche migliaia di euro. Più marcati sono stati i danneggiamenti dell’edificio avente struttura in telaio in cemento armato con tamponature in laterizio: pur non avendo subito danneggiamenti alle strutture, evidenti sono stati i danni a tamponature e divisori interni. I costi per il ripristino delle finiture e per garantire l’operatività dell’immobile sono ben superiori a quelli necessari per la parte di edificio con tipologia a pannelli prefabbricati. Nella parte di edificio in cemento armato si è evidenziata la criticità dell’accostamento tra la struttura a telaio in cemento armato e le chiusure verticali in materiale fragile.
In conclusione la testimonianza dell’ing Andrea Moretti, Responsabile Ufficio Patrimonio della Provincia di Perugia, Ente proprietario dello stabile, di quanto rilevato dopo gli eventi sismici del 2016, conferma le risultante emerse a seguito di un precedente studio sulla vulnerabilità sismica del complesso condotto a cura del Prof. Vincenzo Petrini, già Direttore del Dipartimento Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano e datato 2007, in cui si evidenziava che entrambe le tipologie strutturali del complesso scolastico risultavano verificate per lo stato limite della salvaguardia della vita (secondo la normativa in vigore all’epoca), tuttavia la tipologia strutturale in c.a. e c.a.p. prefabbricato risultava possedere migliori prestazioni con riguardo allo stato limite di danno rispetto a quella in cemento armato gettato in opera.